Decreto salva Superbonus 110%: cessione del credito e sconto in fattura nel 2024

Il recente decreto “Agevolazioni fiscali in edilizia”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2024, rappresenta un importante passo avanti nel panorama normativo italiano riguardante il settore edilizio.

Con la legge di conversione n. 17 del 22 febbraio 2024, il decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212 entra ufficialmente in vigore, portando con sé una serie di misure atte a incentivare e sostenere gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, nonché l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Queste modifiche normative non solo offrono un supporto concreto a chi opera nel settore delle costruzioni ma si propongono anche di facilitare l’accesso ai benefici fiscali per i cittadini economicamente più deboli, garantendo al contempo una maggiore tutela in caso di eventi sismici.

Salvaguardia del Superbonus 110%

Il decreto introduce una misura di salvaguardia cruciale per i beneficiari del Superbonus 110%, in particolare per coloro che non hanno completato gli interventi entro i termini previsti.

In virtù dell’articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 212/2023, si prevede che le detrazioni già esercitate per gli interventi di ristrutturazione energetica e sismica non saranno oggetto di recupero, anche in caso di mancata ultimazione dei lavori entro il 31 dicembre 2023.

Questa disposizione rappresenta una significativa protezione per i contribuenti, garantendo che la mancata conclusione degli interventi non comporti la perdita dei benefici fiscali precedentemente fruiti.

Inoltre, viene eliminata la riduzione al 70% dell’aliquota di detrazione per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024, mantenendo così inalterato il livello di incentivo per gli interventi sui condomini e sulle singole unità immobiliari, evidenziando un chiaro impegno verso la continuità degli incentivi in ambito edilizio.

Supporto ai cittadini economicamente deboli e riduzione delle deroghe

Il decreto si distingue anche per l’introduzione di un contributo diretto, previsto dall’articolo 1, comma 2, rivolto ai contribuenti con un reddito di riferimento non superiore a 15 mila euro. Questo contributo, erogato dall’Agenzia delle entrate secondo criteri e modalità definiti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, mira a limitare l’entità della riduzione del beneficio fiscale per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024.

L’obiettivo è garantire che anche i contribuenti in condizioni di maggior fragilità economica possano accedere ai vantaggi previsti dal decreto, in particolare per gli interventi che hanno raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023.

Parallelamente, l’articolo 2 del decreto interviene sulle deroghe al divieto di cessione del credito e allo sconto in fattura, con particolare attenzione agli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici.

Viene esteso il divieto di fruizione indiretta dell’agevolazione attraverso la cessione del credito o lo sconto in fattura anche a questi interventi (demolizione e ricostruzione degli edifici nelle zone sismiche 1-2-3), a meno che non siano stati richiesti i relativi titoli abilitativi prima del 30 dicembre 2023.

Cambio sulla detrazione per l’eliminazione delle Barriere Architettoniche
Con l’articolo 3 del decreto, si registra una significativa rivisitazione della disciplina relativa alla detrazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Tale rivisitazione ha lo scopo di rendere più efficace e mirato l’intervento normativo, limitando l’ambito di applicazione dell’agevolazione a interventi specifici come l’installazione di ascensori, servoscala, rampe e piattaforme elevatrici.

Viene inoltre ribadita l’importanza della documentazione delle spese attraverso il meccanismo del bonifico parlante, assicurando che i pagamenti siano tracciabili e conformi ai requisiti previsti dalla normativa.

Questo articolo introduce altresì un criterio di esclusione per gli interventi non direttamente legati all’eliminazione fisica delle barriere architettoniche, come quelli relativi all’automazione degli impianti, che non beneficeranno più dell’agevolazione fiscale. In aggiunta, viene modificato il contesto di applicazione della cessione del credito e dello sconto in fattura, limitando tali possibilità agli interventi su edifici unifamiliari o unità abitative in edifici plurifamiliari, a condizione che il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a 15 mila euro.

Questa sezione del decreto si configura come uno strumento fondamentale per promuovere l’accessibilità e l’inclusività negli spazi abitativi, garantendo al contempo che le risorse siano indirizzate in modo efficiente verso gli interventi che generano il maggiore impatto sociale.

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